 | Iulie 29 2012 |
Il ritorno a casa della cooperante dopo nove mesi di prigionia |
Rossella, il volto dell'Italia migliore |
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L'Italia ha vissuto tanta gioia per la liberazione di Rossella Urru, dopo nove mesi di prigionia. La discreta e commossa presenza del presidente Mario Monti all'arrivo della giovane cooperante all'aeroporto di Ciampino ha interpretato i sentimenti degli italiani. Tanti si sono sentiti vicini alla famiglia di Rossella, così dignitosa e forte. La ragazza ha dichiarato: «Non immaginavo che in Italia ci fosse tutta questa gente mobilitata per me». Quando si è detenuti e soli, si trova Forza nell'affetto degli altri. E gli italiani si sono ricordati di Rossella e della sua famiglia («i miei genitori non sono stati mai lasciati soli», ha detto).
Ma perché tanto interesse per questa ragazza sarda? Non aveva scelto lei stessa di andare ín un'area a rischio per aiutare il popolo saharawi nel deserto algerino? Rossella Cirro rappresenta un'Italia che crede olia solidarietà e va al di là delle frontiere del nostro Paese. È un'Italia che esiste, come ha dimostrato questa giovane donna con coraggio, nonostante la sua apparenza fragile. Non è un resto di sogni terzormondisti del passato. Gli italiani hanno sentito Rossella come l'espressione di una parte coraggiosa e generosa del Paese, che guarda oltre le frontiere. Per me, queste persone indicano la via del futuro all'Italia: aprirsi a un mondo più vasto. È la via della solidarietà, ma anche dell'"estroversione” del sistema-ltalia, che riguarda il lavoro e l'impresa, anzi l'intera società.
Rossella Urru ha mostrato un amore per l'Italia, radicato in un sano affetto per la Sardegna. Nell'ufficio dove lavorava nel deserto algerino, accanto a una carta del mondo senza confini, c'era la bandiera sarda con le teste dei quattro mori. Il suo paese, Samugheo, l'ha accolta con un tripudio. Anche questa è l'Italia, fatta di diversità ma unita. Direi che questa è l'Europa (infatti Rossella è stata rapita con due cooperanti spagnoli). E l'Europa che il terrorismo ha voluto colpire. Solidarietà e violenza barbara si confrontano oggi nel Sahara e nella regione saheliana. L'Italia sta rientrando in questo mondo.
Nei giorni scorsi mi sono recato in Burkina Faso per ringraziare le autorità del grande aiuto per risolvere il caso di Rossella e per avviare un intervento umanitario, già programmato, in favore dei profughi a rischio fame. La cooperazione italiana sta rientrando in Burkina (dove si riaprirà l'ufficio tecnico locale) e in Niger. È possibile crescere nell'impegno, anche se i mezzi scarseggiano. Nella nostra storia italiana è radicata la passione per il mondo, e una capacità di "estroversione", che dobbiamo assecondare, senza cedere a un pessimismo che ci vuole paurosi e chiusi in noi stessi. Quando all'aeroporto di Ciampino ho stretto la mano a Rossella Urru ho provato orgoglio che ci sia un'italiana come lei. Soprattutto, quando serenamente ha affermato: «Spero di tornare in Africa al più resto».
Andrea Riccardi
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