"Cinquanta giorni di guerra sono troppi ed hanno già portato a troppe vittime, sfollati, sofferenze e distruzioni. Per questo lanciamo un appello alle autorità dei diversi paesi perché accolgano la proposta avanzata da Papa Francesco per una tregua di Pasqua, perché tacciano le armi. Un momento lungo, di due settimane in Ucraina per la presenza dei riti cattolici e ortodossi, che porterebbe a salvare migliaia di vite e a consentire a tante famiglie di potersi spostare in sicurezza da luoghi ancora al centro del conflitto". A lanciare questo appello è stato stamane il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo nel corso di una conferenza stampa a Roma nella quale è stato presentato il lavoro umanitario e di accoglienza ai profughi, portato avanti in queste difficili settimane dalla Comunità presente in Ucraina dal 1991.
"Continuiamo a sostenere il popolo ucraino con la solidarietà, non stanchiamoci di aiutare quelle popolazioni dopo il grande sforzo di solidarietà dimostrato in questi giorni - ha detto Impagliazzo - perché il volto della guerra è la morte e sosteniamo la tregua pasquale che porti ad un cessate il fuoco al più presto". I numeri dello sforzo compiuto dalla Comunità di Sant'Egidio per il popolo ucraino parlano di 620 persone fuggite dalla guerra ospitate a Roma mentre altre 210 lo sono state in varie regioni d'Italia come Piemonte, Valle d'Aosta, Friuli, e Campania.
Sul fronte, invece, della raccolta e dell'invio di aiuti, Impagliazzo ha citato le 73mila confezioni di materiale sanitario e farmaci, soprattutto per dializzati e per la cura della tiroide. Questo mentre dall'Italia sono già partiti 110 tonnellate di aiuti, con un solo tir carico di plaid e biancheria intima. "Ogni giorno continuano i viaggi per portare aiuti - ha poi detto il presidente di Sant'Egidio - mentre possiamo testimoniare la grande mobilitazione dei cittadini e l'attenzione dedicata, in particolare, a famiglie, malati, anziani e portatori di handicap". A testimoniare le difficoltà che ancora vive la popolazione ucraina è stato Jurij Lifanse, responsabile di Sant'Egidio in Ucraina, collegato da Leopoli. "Soprattutto in questa città - ha detto - ci troviamo in una fase di difficoltà. Continuano a giungere famiglie che riescono a scappare da Mariupol. Mancano soprattutto posti per dormire, visto che Leopoli è una città aumentata del 30% di abitanti per i tanti sfollati. Poi manca il cibo perché la gente, non lavorando a causa della guerra, non vede uno stipendio da mesi. In difficoltà sono soprattutto gli anziani e i bambini e le famiglie in cerca di lavoro. Quello che serve veramente è festeggiare la Pasqua senza gli allarmi e con una tregua". (Fonte Aska News)
Un ringraziamento particolare va ai donatori che in questo momento così difficile stanno sostenendo la Comunità di Sant'Egidio per il suo lavoro incessante al fianco del popolo ucraino, in particolare:
Ezio Greggio, Editoriale Domani, Coop, Almaviva, ACRI, Fondazione Angelini, IBL Banca, Soprasterià - Società Informatica, WeBuild, UBI Unione Buddhista Italiana, Atlantia
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