Si è svolto, Venerdì 14 marzo, il Convegno per celebrare i 300 anni dell’ospedale San Gallicano. Hanno partecipato il Ministro della Salute Schillaci, il Presidente della Regione Lazio Rocca, membri della Comunità di Sant’Egidio, dell’INMP, l’IRCCS e l’ISG, insieme a testimonianze di beneficiari e lavoratori dell’ospedale.
L'antico ospedale, aperto appunto 300 anni fa per volere di papa Benedetto XIII, è ancora oggi un importante centro di cura rivolto soprattutto ai più fragili. Al suo interno trovano posto numerose attività della Comunità di Sant'Egidio - la Casa dell’Amicizia, la Scuola di lingua e cultura itlaiana, l'Hub Salute, gli uffici centrali dei il programma DREAM, BRAVO! e di Viva gli Anziani - nonche le attività del'INMP, istituto di medicina per poveri e migranti.
L’incontro è stato aperto con i saluti del Ministro della Salute Schillaci, il Presidente della Regione Lazio Rocca e Mons. Vincenzo Paglia, che ha affermato come la creazione del San Gallicano sia stata un’esempio di grande creatività e innovazione, di cui ancora oggi c’è bisogno: “in un mondo individualista e frammentato, c’è bisogno di una nuova creatività che si rivolga ai più fragili”. Rivolgersi ai fragili, ha sottolineato Paglia, è una necessità sociale: “per rinnovare la società o si riparte dai più fragili e dai più deboli, oppure è un illusione”
Il Presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo ha ripercorso la storia dell'ospedale che, fin dai suoi esordi fu luogo di accoglienza verso gli ultimi, come gli schiavi riscattati, e sottolineato il legame che esiste tra la missione originale del San Gallicano e il magistero di Papa Francesco, che fa dell’attenzione ai poveri un punto fondamentale.
In un momento in cui la povertà è in aumento (più di due mlilioni di famiglie in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta) al San Gallicano "le porte sono aperte a tutti". La vasta gamma di servizi alla persona offerti da Sant'Egidio nella struttura, sono caratterizzati da un profilo innovativo e rispondono a un'ampio ventagli do esigenze: da quelle dei migranti a quelle delle persone in difficoltà o senza dimora, con l'attezione a realizzare interventi personalizzati. Impagliazzo ha infatti sottolineato l'importanza del legame di amicizia che si crea con i più poveri: “è l’amicizia la chiave per risolvere i problemi. Qui al San Gallicano, in questi anni, abbiamo sperimentato la forza di questi legami che non solo portano al superamento della condizione di marginalità e di privazione, ma che trasformano i beneficiari in benefattori”.